Ho passato tre giorni di seguito, tutti di fila, a leggere un fumetto l'anno scorso. L'ho portato nella borsa mentre andavo al lavoro, tirato fuori nelle pause, letto sdraiata sulla sabbia, divorato come si fa con il proprio piatto preferito, le pagine tra le dita, una dopo l'altra come le ciliegie.
Sono entrata in libreria, l'altro giorno. Ed ho comprato il secondo fumetto. Le pagine, anche se in bianco e nero, sembrano arcobaleno, sono intrise di colore. Trasudano colore le parole, le frasi, le espressioni, lo stile è denso di magia, realismo, colore.
Dopo "Persepolis" e dopo "Taglia e cuci", Marjane Satrapi torna a raccontare, con il tratto netto, crudo, quasi a prendere dalla realtà solo l'essenziale, per renderla più vera di come è. E lo fa per la sua Teheran, pe ril suo Iran, per dire che in tanti hanno scelto, non solo di votare, non solo una nuova tagione politica.
Sono sceso in piazza, sono andati su Twitter e FaceBook, hanno riempito i loro blog, rischiando il carcere e la tortura, perchè hanno scelto. Di fare la Storia.
grazie Marjane. Grazie Persepolis 2.0.
http://www.spreadpersepolis.com/
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